"...non si risenta la gente per bene se non mi adatto a portar le catene..."
Fabrizio De André
1) QUANDO HAI COMINCIATO A CANTARE QUANTI ANNI AVEVI?
Fabrizio De André
1) QUANDO HAI COMINCIATO A CANTARE QUANTI ANNI AVEVI?
Ho iniziato a muovere i primi
passi vocali che avevo, più o meno, sette, otto anni. All’epoca vivevo a
Catania e ricordo, come fosse ora, le mie esibizioni sul balcone che dava nel
cortile interno del mio palazzo. Ero organizzato bene, fustini del Dash come
batteria e voce che, oltre che per cantare, usavo per fare le "improvvisazioni" di chitarra... Tutto da solo. House music diremmo oggi no? Avevo anche delle fans ad
ascoltarmi. A quell’età, come è giusto che fosse, vivevo quei
momenti come un gioco divertente.
momenti come un gioco divertente.
Comunque, tornando alla tua
domanda, ho iniziato a cantare che ero piuttosto piccolo direi. E’ una passione
che ho ereditato da mia madre. Mi dice sempre: ricordati che io ti ho dato la
mia voce. Mi fa tenerezza a sentirle dire questo ma è la verità.
All’età di dieci anni ho
cominciato a partecipare a diversi concorsi canori che venivano organizzati a
Catania e dintorni. E’ stata una bella esperienza e che ricordo con molto
piacere.
La storia dei concorsi canori è
andata avanti per circa due anni e poi, come tutte le cose, è finita. Quello
che è rimasto, però, è il piacere immenso di cantare, di poter esprimere le mie
emozioni attraverso la voce. Ed è quello che ancora oggi faccio anche se,
diciamo, a “tempo perso”.
2) COSA PROVI QUANDO CONCEPISCI UN NUOVO BRANO?
Non esistono regole o dogmi precisi per scrivere una
canzone. Esiste solo una luce che splende nella tua anima e che s’illumina ogni
volta che senti il bisogno di parlarti. La cosa meravigliosa, secondo me, è che
non sai mai quando questa “luce” si accenderà. Non ti avverte. Esiste, però, un
sentirsi dentro qualcosa che somiglia tanto ad un maremoto esistenziale.
Capisci allora che è arrivato il momento di lasciare libera la tua creatività.
Questo stato emozionale somiglia molto all’attimo fuggente. Quella condizione
spirituale in cui hai l’opportunità di esprimerti con un linguaggio diverso da
quello standard. L’arte, qualora si trattasse di arte, è questo dare e avere
dell’anima. A volta anche una canzone può avere diverse sfumature di colori
proprio come un dipinto.
Ecco cosa provo quando riesco a scrivere una canzone che
arriva dal profondo.
3) COSA NASCE PRIMA NELLE TUE CANZONI IL TESTO O LA MELODIA?
Il testo segue, quasi sempre, la linea melodica. Un buon
numero di canzoni le ho concepite con questo metodo che è, poi, anche il più
comune.
A riguardo, però, devo dire che negli ultimi anni ho cominciato a
lavorare su un pezzo partendo dal testo. Leggo il testo e mi metto al
pianoforte oppure alla chitarra e mi lascio andare come fossi una nuvola
portata via dal vento…in realtà è un approccio diverso alla canzone. Non ti
nascondo che lo preferisco. Le parole hanno un potere immaginifico enorme e
questo mi permette di osare molto di più sotto l’aspetto melodico.
4) CHE ARTISTI ASCOLTAVI A 18 ANNI?
A 18 anni vivevo già a Roma (ci eravamo trasferiti, con la mia famiglia, quando avevo 15 anni) e questo è stato, per me, molto
educativo sotto il profilo musicale. Era il 1975 e nella capitale, come nel resto del paese, si
cominciava a respirare l’aria degli anni di piombo. Erano tempi, quelli, in cui
esistevano le divisioni ideologiche e nei licei si avvertiva ancora di più. La
seconda metà degli anni settanta ha lasciato un segno molto forte. Ebbi la
fortuna di ascoltare, per la prima volta, Fabrizio De André alla festa
dell’Unità al Pincio... Fu una folgorazione! Me ne innamorai
immediatamente. Artista di uno spessore umano, oltre che culturale, immenso. Le
sue canzoni, i suoi testi hanno lasciato un segno indelebile. Dopo De André
cominciai ad apprezzare molto De Gregori, Bennato, Lolli etc. etc. … Insomma mi
innamorai della canzone d’autore.
5) SEI NATO IN SICILIA MA VIVI A ROMA, COSA PORTI DELLA TUA
TERRA NELLA TUA MUSICA?
Nato in Sicilia ma ormai figlio del mondo. Della mia terra
mi porto il calore, la passionalità e la gelosia per le persone a me care. Sono
sicuro che tutto questo trova posto nelle mie canzoni.
6) COSA DOVREBBE FARE UN GIOVANE AUTORE, RESIDENTE IN ITALIA,
CHE NON VOLESSE ABBANDONARE IL SOGNO DI SCRIVERE CANZONI…?
Oggi, paradossalmente, i giovani hanno molte più opportunità
di essere visibili. La rete, le tv, i media in generale danno molte chance a
coloro che vogliono farsi sentire. E’ vero ma….a me non piace molto questo
circo mediatico. Se da una parte ti dà la possibilità di farti conoscere,
dall’altra ti toglie il senso della misura. Viviamo ormai in un mondo che va a
una velocità insostenibile per i miei gusti. Le nuove generazioni risentono di
questo aspetto e infatti l’arte, anche se è azzardato definirla tale, della
canzone ha perso la propria identità. Il precotto detta legge. In Italia come
in altri paesi il business ha la priorità su tutto quindi riuscire a credere in
sogno diventa molto più difficile. Un giovane autore, secondo me, dovrebbe
cercare di difendere quella “luce” dagli attacchi del superfluo e
dell’effimero. Non vorrei sembrare bigotto e moralista ma quello che manca oggi
sono proprio i contenuti. Ci sono pochi autori degni di questo nome. Ormai le
major la fanno da padroni strozzando, così, le piccole etichette indipendenti.
Questo comporta una perdita pazzesca di talenti.
Un giovane che vive in Italia o in qualsiasi altra parte del
mondo dovrà solo cercare di essere se stesso e di continuare a credere che la
canzone può essere uno strumento di comunicazione meraviglioso. Un ponte che
collega una parte del cuore al resto dell’universo.
7) SCEGLI UN BRANO DEI TUOI CHE MAGGIORMENTE TI RAPPRESENTA.
Questo tuo invito a scegliere un brano che mi rappresenti mi
mette in seria difficoltà. Non c’ho mai pensato sai? Diciamo….che “La
finestra”, che tu già conosci, potrebbe racchiudere un po’ della mia tematica
esistenziale. Facciamo così. Ti propongo, oltre a quella, un altro paio di
brani e decidi tu quale pensi possa essere una mia traccia….
Comunque ti ringrazio per l’attenzione e la cura con cui hai
avvicinato i tuoi pensieri ai miei. Sei la prima persona che mi offre un
passaggio verso “l’immortalità”…..! eh
eh eh!!!!
Grazie
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