martedì 2 giugno 2015

Antonio Pantaneschi, direttore d'orchestra, ci parla del coro scenico.

Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto, come un flauto di canna che il Signore riempie di musica. Rabindranath Tagore 

1) Compositore, direttore d’orchestra carismatico, docente di  direzione per la didattica della musica presso il conservatorio di Perugia… quale musica ascolta un direttore quando non lavora ?


Sono curioso, ascolto musica “nuova” (se parliamo di musica già registrata). Non faccio distinzioni di generi o di appartenenze, preferisco però quella che già dai primi secondi trovo “intelligente”, oppure che sappia provocare o ancora che tratti l’assunto da un punto di vista diverso/originale. Ascolto la musica che ha un’architettura e non solo sperimentazioni fini a se stesse… Posso quindi affermare che per me non
è importante se  un brano appartenga al rock o si tratti di una sinfonia, purché non sia banale ma propositivo, e che contenga ricerca,  studio e buone idee. Ad ogni modo,  non ascolto mai ciò che sto “montando“ in quel momento, preferisco prima studiare a fondo e farmi un’idea estremamente personale... solo alla fine ascolto le interpretazioni dei colleghi per un confronto fertile.

2) Cosa è il coro scenico ?  Hai  sperimentato questa forma di spettacolo anche in Italia; cosa aggiunge alla performance musicale?

Trovo che la “musica” e il “teatro” nel coro scenico siano due linguaggi simmetrici, dialoghino alla pari e quindi si supportino. Nessuno dei due elementi è subalterno all’altro, non c’è una musica che accompagni meglio una scena, né una drammatizzazione che valorizzi un canto.
Mi sono avvicinato al coro scenico grazie alle mie frequentazioni e al mio lavoro in Brasile dove, da molti anni, utilizzano questo tipo di performance. Devo dire di essermi avvicinato con estrema  cautela all’inizio anche perché ero disorientato, avendo come riferimento il nostro teatro musicale: il melodramma.  Nel coro s. non vi è mai un momento didascalico e descrittivo dell’azione: i due linguaggi  (quello musicale e quello scenico) sono mediati/filtrati dalla lettura dello spettatore che, secondo il proprio grado culturale e la propria sensibilità, potrà  cogliere  più significati dell’intera rappresentazione…
Il coro non è necessariamente una moltitudine di persone ma diviene nell’azione drammaturgica “personaggio” o in altre scene può anche essere un “sentimento”.
La mia esperienza italiana è stata con il coro de “I Madrigalisti Romani”. Ho montato  uno spettacolo di coro scenico intitolato: “Che dar più vi poss’io” dove venivano rappresentati madrigali di Claudio Monteverdi. È stata una grande sfida perché sicuramente il compositore,  nello scrivere i suoi madrigali, con la loro forma così compiuta,  non aveva concepito anche una forma scenica… Tutti i soggetti dei madrigali, personaggi e sentimenti, sono stati messi in scena dal coro. Sono soddisfatto dello spettacolo per la raffinatezza delle azioni e per la qualità del gruppo vocale.


3) Hai collaborato per anni con un sensibile regista brasiliano: Magno Bucci (specialista in  rappresentazioni di coro scenico) . Quali “valori”  condividete ?

Con il Maestro brasiliano Magno Bucci  ho molte affinità e mi piace molto lavorare... Condividiamo senza dubbio buona musica e buon teatro  ma il confronto con lui su molte tematiche culturali e sociali mi accresce personalmente. Anche quando lavoriamo insieme, ricerchiamo e studiamo, siamo appassionati e perdiamo totalmente il “concetto del tempo” (non ci accontentiamo facilmente). Alla fine del severo impegno amiamo condividere, con il nostro pubblico, il risultato della nostra creatività.
Il Maestro Magno Bucci ha firmato ormai diversi lavori di regia in Italia: per i Cantori di Brema, opera rappresentata al Rendano di Cosenza, fu invitato, appositamente per le sue qualità, a  tradurre le azioni  con il linguaggio del coro scenico.





4) Sei stato direttore della Juniorchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Cosa ti ha arricchito di questa esperienza ? Cosa avresti voluto cambiare ?

La Juniorchestra è un’orchestra di bambini senza limite minimo d’età per entrare ma con il limite di 18 anni per poterci rimanere, quindi la più grande sfida per me è stata quella di far fare musica insieme a bambini con diversissimi livelli di preparazione e conoscenza strumentale, oltre a livelli culturali diversi. La musica era il loro unico collante.
Questa esperienza mi ha portato ad affinare le competenze come direttore d’orchestra avendo avuto in passato solo orchestre di professionisti o di ragazzi di età più omogenee. Inoltre, quando lavoravo con la Juniorchestra, ero affiancato dai professori dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia che aiutavano i bambini a risolvere le problematiche tecniche che  incontravano nella preparazione del repertorio. Il contatto con i professori della O. Sinfonica mi è stata molto utile ( ho imparato molto) .
A detta di molti spettatori,  l’emozione grande era  quella di ascoltare quei bambini e di sentirli affrontare pagine  orchestrali di grande impegno. La sonorità, l’intonazione, il fraseggio erano di ottimo livello.
L’orchestra è una società sana che cresce bene insieme quando tutti si impegnano…. Credo fortemente in questo e continuo ad impegnarmi con altre orchestre di bambini e ragazzi sperando che in futuro tutti noi abbiamo la possibilità di sostenere la nascita di tante Juniorchestre in ogni città e in ogni quartiere.


 5)  Cosa stai preparando ? Ricordaci le coordinate dei tuoi prossimi impegni.

Ho ultimato la preparazione di un progetto con il coro Novum Convivium Musicum e con l’Orchestra Internazionale di Roma (orchestra di ragazzi) contro tutte le guerre: The Armed Man - A Mass For Peace di Karl Jenkins. Questa messa, intensa e piena di colori forti, denuncia chiaramente gli orrori di ogni guerra. Già per la mia prima esecuzione, avvenuta il 24 maggio scorso a Santa Prassede in Roma, mi sono avvalso della collaborazione del Maestro Annalisa Pellegrini con i suoi cori, Cantoria Nova Romana, Rome Youth Choir e coro voci bianche Pueri Cantores. Insieme a queste compagini artistiche è in programma una tournée in Italia nei prossimi mesi passando per Vallombrosa, Terni, Foggia, Cosenza e nuovamente a Roma per la Festa della Musica nei primi giorni di luglio.



                                 Che dar più vi poss'io



                                                                               Marisa Felice

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